Ogni 29 maggio si tiene a
Potenza
la rappresentazione chiamata "Parata dei Turchi".Nell'antichità invece
era celebrata l'11 Maggio, ma a causa delle avversità climatiche venne
posticipata alla data del 29 Maggio. La vulgata cittadina fa risalire la
rappresentazione allegorica del 29 maggio alla pretesa invasione di
Potenza da parte di un esercito turco, il quale avrebbe risalito il
fiume Basento fino al capoluogo. I cittadini, impotenti dinanzi
all'organizzazione militare degli invasori, si sarebbero rivolti così al
vescovo, Gerardo La Porta, e questi, invocando una schiera di angeli
guerrieri, avrebbe compiuto il miracolo di liberare la città dai suoi
nemici. Appare tuttavia improbabile che, in tempi geologicamente
recenti, il fiume Basento sia stato navigabile, inoltre non è
storicamente riscontrata un'invasione turca riconducibile al periodo di
S. Gerardo la Porta. È più credibile, invece, che Gerardo la Porta, già
vescovo di Piacenza, abbia cominciato a essere venerato come santo
protettore della città (il protettore precedente era S. Oronzio,
martire), dopo esservi stato mandato dalla Santa Sede per contrastare la
diffusione dell'eresia Catara. Difatti, è certo che i Catari, nei primi
decenni del XII secolo, estendessero le ultime propaggini nel sud
Italia (pur avendo le loro maggiori comunità nel nord Italia e
Oltralpe).
Vi sono tracce storiche, nel dialetto potentino (definito appunto un
dialetto atipico per il sud Italia, con notevoli echi "gallici", e
precisamente "Galloitalico"), che dimostrano una forte immigrazione, nel
tardo Medioevo, di gruppi provenienti dal nord Italia e dalla
Mitteleuropa. È plausibile che le comunità catare, le quali assumevano
la forma di forti e influenti clan religiosi, abbiano incontrato
l'opposizione delle gerarchie cattoliche ortodosse, e che Gerardo la
Porta, vescovo di Piacenza, abbia ingaggiato con loro uno scontro
politico, fino alla neutralizzarne l'influenza presso la borghesia
cittadina. Da allora, probabilmente, la cittadinanza conservò con
devozione la memoria del "liberatore", attribuendo col tempo ai
"Turchi", il nemico per antonomasia delle popolazioni meridionali dei
secoli successivi, il burrascoso evento e trasformandolo in una
fantasiosa invasione armata.
Altre teorie fanno risalire la ricorrenza popolare ai festeggiamenti
per la liberazione del re di Francia Ludovico, tenuto prigioniero dai
Saraceni, festeggiamenti che sarebbero avvenuti a Potenza insieme
all'autore dell'eroica liberazione, Ruggero I di Sicilia. Tale
avvenimento, che avvenne poco dopo la santificazione di Gerardo la
Porta, sarebbe stato ritenuto una grazia concessa da un protettore
celeste, che fu naturale riconoscere nel santo appena "fatto". Secondo
altri, similmente a quest'ultima ipotesi, si tratterebbe sì di una
rievocazione di festeggiamenti militari, ma l'origine sarebbe la
battaglia di Vienna del 1685, contro l'esercito musulmano schierato alle
porte dell'Europa.
Un'altra tesi afferma che la tradizione della sfilata dei Turchia
risalga al 24 Giugno 1578, data in cui il conte Alfonso de' Guevara
giunse in città. Il popolo organizzò una grande festa e attese il conte
vicino al fiume Basento, ai piedi della città. Vennero edificati tre
castelli e venne simulata una battaglia con i turchi i quali vennero
sconfitti e presi prigionieri. Quest'ultimo gesto voleva ricordare la
battaglia di Lepanto del 1571.
L'avvenimento viene ricordato ogni anno il 29 maggio, giorno prima
delle celebrazioni religiose in onore del Santo Patrono. La Parata parte
da Piazza Beato Bonaventura (presso il Castello Guevara), percorrendo
tutta Via Pretoria, fino ad arrivare in Viale Dante, dove si tiene la
Quadriga di San Gerardo (a partire dal 2007 in sostituzione del Palio
delle Sei Porte), una recente idea, quest'ultima, dell'amministrazione
comunale.
La rievocazione è stata oggetto negli ultimi anni di molti
rimaneggiamenti, e ha perso molto del suo antico aspetto. Negli ultimi
venti anni, in particolare, l'amministrazione comunale ha elaborato
diverse "interpretazioni" della sfilata, alcune più fedeli alla
tradizione, altre decisamente più creative (e oggetto di accese
polemiche). Con deliberazione n. 199 del 20/12/2010 avente ad oggetto:
“Rievocazione e parata storica per la commemorazione di San Gerardo
Patrono della città di Potenza è stata costituita la Commissione storica
per la pianificazione, preparazione ed istituzionalizzazione di tale
evento; a seguito dei lavori svolti dalla Commissione è stato elaborato
il “Disciplinare per le parate e le rievocazione storiche dedicate alla
commemorazione per San Gerardo patrono della città di Potenza” che
riconoscendo, in alcuni ambienti ben definiti dalla storia e dalla
leggenda, le caratteristiche precipue e particolari della parata ha
voluto regolamentare fondamentalmente la denominazione, l’immagine, la
partecipazione, e le norme di svolgimento del corteo storico. Il
Disciplinare per le “Parate e le rievocazioni storiche” dedicate alla
commemorazione per San Gerardo Patrono della città di Potenza è stato
approvato con Delibera di Consiglio Comunale n° 120 del 26/05/2011, La
Parata, costituisce una rievocazione storica figurata che prende in
considerazione i seguenti periodi storici: - XII sec. - XVI sec. - XIX
sec. Le ambientazioni e i quadri dei quali la Parata si compongono e
l'ordine in cui deve svolgersi, risultano dal prospetto schematico
annesso al regolamento. Il complesso delle disposizioni, così come di
seguito meglio specificate, sono ispirate anche al RIRS (Regolamento
Italiano per la “Rievocazione Storica”) allegato al disciplinare. La
parata si svolgerà la sera del giorno 29 maggio di ogni anno. il
tragitto della Parata è il seguente: Viale Marconi, Via Verdi, Viale
Dante, Via Vaccaro, C/so Umberto, Via Portasalza, Via Pretoria, Piazza
Matteotti, Largo Duomo.
http://www.comune.potenza.it/attachments/article/3269/Disciplinare_Parata_turchi.pdf
La Iaccara
All'interno della Sfilata dei Turchi viene portata a spalla, da
devoti che indossano il costume tradizionale potentino, la cosiddetta
"Iaccara", un fascio di canne e legna lungo circa dodici metri, del
diametro di circa un metro e pesante circa una tonnellata. Si tratta di
un'antica tradizione di cui è traccia nelle cronache storiche, ripresa,
dopo oltre un secolo di abbandono, da giovani volontari della città, a
partire dall'edizione 2009. La Iaccara viene trasportata da circa 20
persone lungo tutto il percorso della parata storica, e viene manovrata
grazie al coordinamento degli "iaccàri" con il "Capoiaccara", che dà
ordini assistito da quattro aiutanti. Durante la Sfilata della Iaccara
una figura burlesca, seduta a cavalcioni sul fascio, apostrofa gli
spettatori spiegando che la Iaccara non è di chi la porta, né di chi la
guarda, ma è di San Gerardo. La Iaccara, alla fine del percorso, viene
innalzata a braccia, scalata dal Capoiaccara e incendiata in onore del
Santo Patrono, ripetendo una simbologia tipica dei riti pagani, e in
particolare della tradizione dei riti arborei lucani. Considerate le
dimensioni ragguardevoli e il peso elevato, la manovra in sicurezza
della Iaccara per le vie della città richiede un grande affiatamento tra
i portatori, una solida esperienza e la rigida definizione dei ruoli.
Il Cinto al Santo Ed.2012==La
costruzione dei cinti== Un altro elemento caratteristico che precedeva
la sfilata dei turchi era nel passato la costruzione dei cinti.
Tradizione di origini remote essa avvenne per l'ultima volta nel 1902.
Essa consisteva nel costruire in onore di San Gerardo delle grandi
strutture de opzionali fatte di fiori e ceri. Di solito il fiore più
usato era la ginestra. Si organizzavano delle competizioni per la
costruzione del cinto più bello. Chi vinceva aveva in palio due
orecchini d'oro, mentre le altre partecipanti ricevevano un foulard.
Nella storica parata dei turchi del 2012 questa tradizione è stata fatta
rivivere dopo 110 anni grazie ad una giovane associazione,
l'Associazione Io Potentino, che si è fatta carico di ripristinare
questa antica usanza.
Fonte:
Wikipedia
Fonte fotografica: la gazzetta del mezzogiorno